I giochi di guerra, o wargames, sono sicuramente una delle categorie dominanti nel settore dei giochi da tavolo. Ne esistono una infinità. Il grosso sono usciti sul mercato dopo la fine della seconda guerra mondiale, ma già nel 1944 nasceva Stratego e si diffondeva la battaglia navale.
Gli esperti di wargames moderni li guardano con una certa aria di superiorità, ma i primi sono stati loro, assieme al francese La Conquete du Monde (1957), il cui nome mutò in Risk quando il gioco passò all’americana Parker Bros.
Sicuramente nè Stratego (assai simile agli scacchi) nè Risk (per l’eccessiva influenza che ha il risultato del lancio dei dadi) hanno molto in comune con un moderno wargame. Ma le origini di questo sono lì.
Risiko è la variante italiana del gioco prima francese, poi americano. Le differenze principali sono il vantaggio attribuito al difensore rispetto all’attaccante, quando i dadi danno lo stesso punteggio e la creazione di specifiche carte obiettivo, con obiettivi particolari e non solo generali. Capirete sicuramente tutti che l’unico obiettivo di un gioco, la versione francese, che si chiamava La conquista del mondo era il dominio su tutta la plancia, piuttosto difficile da ottenere.
La versione italiana, di Editrice Giochi è divenuta più semplice, più adatta al grande pubblico, permetteva partite più brevi, che quindi si componevamo meglio con i tempi della vita in famiglia, che come è noto prevede anche che si mangi, si studi, si facciano i lavori di casa, ecc…
Battute a parte, Luca, che scrive, ci ha giocato più o meno negli stessi anni in cui giocava a Subbuteo, ossia più o meno dal 1974, quando glielo regalarono a Natale, fino ai primi anni Ottanta. Finché glielo hanno consentito… Perché ad un certo punto la sua famiglia ed i suoi amici ci mancava poco che lo pagassero per non giocare! Ho chiuso la mia carriera, me lo ricordava pochi giorni fa mia sorella, sentita in occasione del suo compleanno, con 71 partite vinte su 72 giocate. Una partita patta, nessuna persa.
Allora andavo in giro tutto tronfio del mio record, oggi la cosa ovviamente mi fa ridere, però, dadi a parte, evidentemente avevo delle strategie piuttosto efficaci. Anche se preferivo il Subbuteo e gli scacchi! Pur perdendo sempre (a Subbuteo!) o avendo avversari di tutto rispetto (sfide interminabili con mio nonno Nino, che era un Maestro e con mio padre Giovanni, con cui giocavo alla pari).
Invece con i carrarmatini (prendevo sempre i gialli o i blu) ero davvero imbattibile. Ma si cambia, oggi nè Risiko nè i giochi di guerra in genere mi attirano.
Unico modo, oggi, per farmici giocare? Forse garantirmi la carta obiettivo che, da ragazzino, non so perché, mi eccitava, mi “gasava” in modo particolare: Distruggere le armate verdi! Chiunque le avesse!
Nei tempi moderni si sono diffuse infinite varianti o meglio personalizzazioni del gioco, così si trovano in commercio il Risiko SPQR per chi ama gli antichi romani, il Risiko Zombie per i patiti del genere, il Risiko Sturmtruppen e chi più ne ha più ne metta in elenco…
Le regole del Risiko le trovate nella solita pagina. Vi segnalo che il gioco ha una pagina ufficiale, abbastanza animata, su Facebook. Se siete dei patiti, vi invito a visitarla.